01/05/2021 – Elena P.
Come molti di noi mi sono trovata di recente ad avere qualche dolore di schiena dato dal tempo prolungato passato al pc: in questo lo smartworking è davvero poco smart… Allora ho colto la proposta di provare il metodo Feldenkrais con un ciclo di lezioni condotte da Simona Vignati, specificamente focalizzate sulla gestione della postura seduta. Non si tratta di recepire passivamente indicazioni su come stare seduti ‘meglio’, ma di un vero e proprio percorso di consapevolezza del proprio corpo e delle proprie abitudini, non solo corporee ma anche mentali. Un percorso che ci porta a trovare nuove soluzioni e nuove posture tramite un ascolto attento e movimenti corporei molto piccoli…una volta tanto non è necessario ‘strafare’!
E’ un ascolto senza giudizio, un’osservazione attenta delle nostre abitudini posturali e di movimento che spesso sovraccaricano alcune parti del corpo a spese di altre, quando invece con semplicità, e con il prezioso supporto di Simona, potremmo imparare valide alternative per stare e muoverci senza sforzo.
Quali emozioni e quali pensieri scaturiscono dalle nostre posture e movimenti? Questo è un altro spunto sul quale Simona ci stimola a riflettere e ci guida per trovare le nostre risposte, né giuste né sbagliate, semplicemente le nostre!
04/2021 – Sara
Qualche mese fa, su entusiasta suggerimento di mia madre, che da tempo segue le lezioni di gruppo offerte da Simona, ho cominciato un percorso di Feldenkrais per via di una permanente contrattura al collo e dolori alle spalle. Il percorso avrebbe dovuto esaurirsi in 6 lezioni, ma in realtà ho deciso di proseguire gli incontri, che stiamo facendo sulla piattaforma Zoom. Perché?
Trovo che “Conoscersi attraverso il movimento” sia l’espressione più appropriata per illustrare il percorso offerto dal Feldenkrais e da Simona, che mi ha spiegato come questo metodo non miri a formare “dei corpi agili”, bensì “delle menti agili”, cioè aperte all’ascolto di sé e a sperimentare nuove posture e soluzioni di movimento.
Quando si impara questo (naturalmente è un percorso, “purtroppo” la bacchetta magica non esiste ), si impara anche a porsi in maniera totalmente differente nei confronti di se stessi, e a muoversi in modo diverso e “nuovo” di fronte alle variegate situazioni, belle o difficili che siano, che la vita ci pone di fronte. Simona ripete spesso che “non c’è un giusto e uno sbagliato in ciò che osservi”: semplicemente attraverso lo svolgimento di movimenti piccoli, ed eliminando il sussidio dello sforzo muscolare che spesso va a “supplire”, possiamo scoprire parti di noi che paradossalmente neppure conoscevamo e quindi non utilizzavamo, andando a sovraccaricare altre parti incaricate di svolgere il lavoro proprio e “altrui”. Da qui i dolori, gli irrigidimenti ecc. Inoltre abbiamo l’occasione di scoprire come pensiamo e come agiamo di fronte alle situazioni. Ad esempio: riesco a stare in ascolto sospendendo il giudizio e osservandomi “con curiosità”? Cosa mi succede quando noto in me cose diverse da quelle che pensavo di avere/mettere in atto? O quando non raggiungo (o non mi sembra di raggiungere) gli “obiettivi” sperati? Quando cammino e mi muovo in maniera più organica e sciolta, come mi sento “dentro”? Riesco ad accorgermi del legame che c’è fra movimento, emozioni e pensiero, e viceversa? I temi sono molti e molto vasti: se la cosa “ci ispira” non resta che “lanciarci” e provare. lo la consiglio : pratico la Meditazione Universale da più di 20 anni ed è attraverso di essa che la mia vita trova il suo senso e la sua bellezza nell’accezione più elevata del termine, ma trovo che il percorso di Feldenkrais che sto facendo mi sia d’aiuto anche per il mio percorso spirituale, da una parte contribuendo a mantenermi “agile e in forma”, dall’altra fornendomi numerosi e inaspettati spunti di riflessione sia su di me, sia sul mio modo di rapportarmi a me stessa e all’esterno